Che senso ha oggi parlare del Grand Tour e ripercorrerne le strade e le suggestioni? Si tratta solo di curiosità storica? No, si tratta di (ri)costruire le stessa idea di Europa. Se volete saperne di più, Le vie del Grand Tour di Attilio Brilli non può mancare nella vostra libreria.
“Mettersi sulle tracce di protagonisti del Grand Tour non vuol dire ricostruire un viaggio metaforico volto a collegare una catena di luoghi e di eventi fra loro lontani nello spazio e nel tempo, bensì un viaggio effettivo compiuto di viaggiatrici e viaggiatori, giovani e non più giovani, calcando le strade d’Europa con finalità diverse a seconda dell’età, del paese di appartenenza e dell’identità culturale.”
Il viaggio di cultura ma anche di piacere e di svago, attraverso il nostro meraviglioso continente, è una pratica oggi talmente consueta da sembrarci quasi banale. Oggi basta prenotare un aereo, magari low-cost e… partire! Nessuno ha mai viaggiato quanto noi, allora? In realtà gli aristocratici e i borghesi hanno percorso l’Europa in lungo e in largo ben prima del turismo di massa… Le mete sono molto cambiate nel tempo? In realtà, non troppo.
Ad essere cambiate nel tempo sono state le motivazioni dei viaggiatori. Per questo, ricostruire la storia del Grand Tour significa tenere in debito conto la componente culturale di coloro che lo hanno compiuto: i loro desideri, le loro curiosità, così come i loro pregiudizi…. Il viaggio è un insieme di utilitas et voluptas: itinerario di istruzione e di conoscenza ma anche semplice occasione di piacere alla scoperta di qualcosa di esotico (e magari di commercialmente utile).
Brilli ricostruisce per noi il carattere metamorfico della cultura veicolata dalla pratica del Grand Tour. Inizialmente il viaggio in Europa è destinato a formare il giovane gentiluomo che deve diventare consigliere di corte o imparare a gestire i beni di famiglia. Ben presto, però, diventa soprattutto mezzo di accrescimento personale. La letteratura di viaggio, nel ‘700, è uno dei generi privilegiati: autobiografia e racconti di peripezie più o meno avventurose diventano occasione per riflettere sulla natura stessa dell’uomo. L’imprevisto viene descritto come momento di conoscenza di se stessi e banco di prova delle proprie capacità di trarsi d’impiccio. Confrontarsi con costumi differenti, offre l’occasione di mettere alla prova le proprie convinzioni (anche religiose).
Quello che diventa evidente, pagina dopo pagina di questo testo, è che il Grand Tour ha offerto (e potrebbe offrire ancora) le basi per creare un’idea di Europa. I viaggiatori dei singoli paesi sognano di scoprire mondi diversi dal proprio: alla ricerca di una nuova identità o di una conferma delle proprie abitudini. Londra coltiva il mito della cultura classica. Parigi passa dall’essere città dalle vie maleodoranti a capitale dell’arte e del piacere. Lione, Milano e Torino sono affascinanti città manifatturiere e commerciali, tappe spesso obbligate per il viaggiatore che le approccia senza grandi aspettative ma ne rimane spesso affascinato.
Amsterdam sembra essere la città dove ‘si adora il denaro’ ma dove non ci si gode particolarmente la vita. Berlino è tappa fondamentale per tutti coloro che vogliono fare carriera militare ma offre molto poco alle viaggiatrici in cerca di piaceri e frivolezze. Vienna, Praga, Lisbona: moralità, magia, decadenza. Il viaggio continua attraverso la Spagna e le contraddizioni che derivano dalla sua storia: ricchi forzieri ma grande arretratezza sociale!
Passate le Alpi, finalmente, l’Italia: Firenze, Roma…. Qui i viaggiatori del Grand Tour sembrano tutti soffrire della sindrome di Stendhal: troppa arte, troppa storia e troppa bellezza! Visitare la movimentata Napoli e la libertina Venezia serve per rilassarsi un po’. I viaggiatori più arditi e motivati si spingono fino a Mosca. I più ardimentosi vanno a visitare anche la Crimea e Costantinopoli.
Che cosa dite? Si spingono troppo ad Oriente? Forse…ma il vero viaggiatore del Grand Tour sa che anche la seconda e la terza Roma sono tappe fondamentali del suo viaggio….
Attilio Brilli, Le vie del Grand Tour, Il Mulino, Bologna, 2025