La Festa dei Limoni di Menton è un appuntamento da vivere ogni anno. I colori e i profumi della Costa Azzurra, l’allegria delle sfilate e la fragranza degli agrumi rendono magico il borgo affacciato sul golfo di Garavan.
Non saprei spiegare il perché, ma ho una particolare predilezione per Menton, il centro da cui inizia la Costa Azzurra. Sarà forse per il giusto mix fra Italia e Francia, sarà per le dolci temperature che offre quando dalle mie parti siamo ancora nel pieno dei rigori dell’inverno, saranno la lunga passeggiata lungomare e il misterioso borgo antico avviluppato sulla roccia… forse, più semplicemente, ci sono luoghi che ti entrano nel cuore senza una ragione, magari solo perché lì si è stati bene.
La prima volta che ho visto Menton è stato in occasione della Fête du Citron, una manifestazione molto simile al Carnevale durante la quale sfilano carri allegorici rigorosamente ricoperti di agrumi. Ogni anno viene scelto un tema e, per svariate settimane, gli abitanti della cittadina si mettono d’impegno per costruire delle sculture enormi, poi trainate durante i vari cortei. Non mancano mai ballerine di samba, bande musicali e l’allegria tipica dei giorni che precedono la Quaresima, ma quel che fa la differenza è il colore: solo giallo e arancio, ovviamente, che creano un contrasto affascinante rispetto al blu del mare. E, anche quando il tempo non è bellissimo (ahimé a volte capita anche in Costa Azzura), i colori accesi degli agrumi regalano un’energia difficile da spiegare.
Il motivo per il quale a Menton si celebrano i limoni è presto detto: un tempo il borgo viveva di pesca e di agricoltura e la mitezza del clima suggerì agli abitanti di dedicarsi alla coltura di questo frutto profumato, richiestissimo nel Nord Europa. La varietà mentonese, poi, è davvero speciale, visto che è molto succosa e ha la buccia carica di oli essenziali, il che lo rende particolarmente apprezzato in pasticceria.
Narra la leggenda che, lasciando il Paradiso Terrestre, Eva avesse avuto la bella pensata di portarsi dietro un piccolo souvenir, visto che probabilmente l’esperienza della mela non le era bastata. Non appena Adamo se ne accorse, le intimò di abbandonare immediatamente il maltolto, ma Eva, cocciuta, rispose che lo avrebbe lasciato solo in un luogo che le avesse ricordato l’Eden perduto. Ovviamente, secondo la tradizione locale, giunti sul golfo di Garavan, Eva trovò il luogo perfetto e finalmente posò a terra il limone rubato. Nacquero così le piante, che poi cominciarono ad essere curate e coltivate dagli abitanti. Leggenda o meno, è vero che, lasciata Ventimiglia e aggirati i Balzi Rossi, all’improvviso si apre lo scenario sull’ampio golfo: una meravigliosa sorpresa che mi stupisce ogni volta.
La Fête du Citron è ormai giunta all’ottantacinquesima edizione e questo la dice lunga sulla vocazione turistica di Menton: mantenere in vita una tradizione nata durante la Belle Epoque, quando la nobiltà e l’alta borghesia nordeuropea svernavano in Riviera e cercavano ogni giorno un’occasione per divertirsi, non dev’essere cosa facile con il turismo mordi e fuggi di oggi. Ma l’Ufficio del Turismo e il comitato organizzatore si sono ben attrezzati, creando manifestazioni collaterali. Le più interessanti sono la mostra di orchidee, sempre molto apprezzata, e le sculture giganti (naturalmente fatte con arance e limoni) allestite lungo il Jardin Biovès, alle spalle del Casinò.
E se vi chiedete come i frutti vengano attaccati ai carri, la Guida Curiosa ha la risposta: sono legati uno ad uno con elastici in tinta. Gli agrumi giudicati troppo vecchi vengono sostituiti da frutti più freschi, per garantire un ottimo risultato durante le tre settimane che rallegrano Menton.