Tra negozi e hotel di lusso, spunta la colonna Vendôme. Ufficialmente è un monumento dedicato a Napoleone Bonaparte, anche se io preferisco la storia che mi raccontavano da bambina…
“A Parigi c’è una colonna che si chiama la Colonna Vendôme. Ai suoi piedi, c’è una porticina per la quale si entra, e poi si può salire su per una scala, sempre in tondo, fino in cima…In cima, in cima, ancor più su del loggiato, proprio sulla sommità della Colonna Vendôme sta ritto un uomo. Se ne sta là in piedi tutto il santo giorno, e non scende mai, neppure quando viene la luna”.
Cominciava così una delle mie storie preferite di quando bambina. Non potete immaginare, però, la mia delusione quando, nella mia prima vacanza parigina, ho scoperto che sulla colonna della mia favola non sarei mai potuta salire! Niente porticina… ma l’omino in cima, quello c’è (anche se, ho scoperto, di notte non se ne va a a spasso per la città). O almeno: io non l’ho mai incontrato.
Ma chi è quell’uomo di ferro? La realtà è meno divertente della fantasia ma non meno ‘creativa’. L’omino di place Vendôme è Napoleone Bonaparte e questa, in realtà, è la colonna di Austerlitz. Eretta nel 1810 per ricordare una delle più grandi vittorie della Grande Armée napoleonica, la battaglia di Austerlitz del 2 dicembre 1805 contro Russi e Austriaci. Se vi ricorda la Colonna Traiana a Roma, avete ragione: Napoleone vuole che le sue imprese e quelle dei suoi 73.000 uomini siano ricordate nei secoli come quelle dell’imperatore Traiano e del suo esercito.
Per costruirla, è fuso il bronzo di circa 133 cannoni dell’esercito nemico, che è poi impiegato per formare una spirale costituita da 425 lastre. 44 metri di altezza per raccontare la disfatta dei nemici della Francia e soprattutto del suo Imperatore. In cima viene collocata una statua raffigurante Napoleone con una corona d’alloro, con una spada nella mano destra e con un globo sormontato da una statuetta raffigurante la Vittoria nella mano sinistra.
Nel 1814 alcuni uomini, dopo la sconfitta definitiva di Bonaparte, provano ad abbattere la statua, utilizzando un traino di cavalli, ma senza successo. La scultura originaria è distrutta pochi anni dopo dai Borbone (tornati sul trono di Francia): solo la statua della Vittoria rimane intatta. Il resto del bronzo viene utilizzato per la statua equestre dedicata a Enrico IV che potete vedere anche oggi sul Pont Neuf. Come se tutto questo non bastasse, nel 1871, durante il periodo della Comune di Parigi, anche la colonna viene smontata e abbattuta. A insistere perché questo avvenga, è, in particolar modo, il pittore anarchico Gustave Courbet.
Ma Napoleone non è mai stato un uomo facile da sconfiggere. Dopo la breve e sanguinosa esperienza del governo del Comunardi, nel 1874, la colonna viene ricollocata al suo posto. Anche l’omino di place Vendôme è di ritorno: viene prodotta una copia della statua. Il tutto a spese del povero Courbet, condannato dal tribunale a pagare tutti i danni. L’autore de L’origine del mondo è costretto a rifugiarsi in Svizzera per sfuggire ai debiti.
Personalmente continuo a preferire la storia del mio omino di ferro che di notte esplorava Parigi, ma dovete ammettere che anche questa Storia è piena di colpi di scena!
Ps: fatemi un favore, se passate per place Vendôme, tra una vetrina di Cartier e un selfie davanti all’hotel Ritz, alzate anche voi lo sguardo e salutate l’omino in cima alla colonna.