Lo sapevate? La mappa di Parigi somiglia molto a una lumaca. Oggi vi racconto come nasce la Ville Lumière (con qualche consiglio personale a proposito dei 20 arrondissements)
No, non sono impazzita e non voglio nemmeno parlarvi dei limiti di velocità cittadini (almeno non per ora). Voglio proprio raccontarvi perché Parigi sembra una chiocciola. Non ve ne siete mai accorti? Armatevi di una cartina dove sia riportata la divisione degli arrondissements e vi accorgerete che ho ragione. E se non avete mai capito che cosa sono gli arrondissements, ora ve lo spiego. Non sono quartieri (come spesso si pensa) ma si tratta di divisioni amministrative. Ognuno con a capo un sindaco, un po’ come i nostri Municipi. A Parigi, quindi, ci sono “20 sindaci”? Ovviamente no, ma il capo di ogni arrondissement (che si chiama Maire come il sindaco della città) ha comunque diversi poteri nel suo territorio, anche se limitati rispetto al Sindaco vero e proprio, anzi alla Sindaca. Ad oggi, se ne contano venti: si parte dal Louvre e si procede a spirale.
Un po’ di storia: come Parigi diventa una lumaca
La città è sempre stata una chiocciola? In realtà, no. Luigi XIV, il Re Sole, a metà 1600 cerca di mettere un po’ di ordine nel caos di una Parigi ancora medievale ma i primi grandi cambiamenti cominciano solo nel 1795, poco dopo la Rivoluzione. Tra una ghigliottina e una nuova stesura della Costituzione, rinnovare una città è cosa da poco. Nascono i primi 12 arrondissements. A metà ‘800, però, Parigi non ‘basta’ più: la popolazione sta aumentando. Dalle campagne si viene a cercare fortuna in città. È solo per fare posto ai nuovi cittadini che Napoleone III ritiene di dover trasformare la città? Vi devo deludere: la speculazione edilizia e la paura di nuove rivoluzioni sono le vere spinte al cambiamento. Tutto il mondo è paese…
Nel 1860, entra in scena un personaggio che (ci scommetto) conoscete tutti: il barone Haussmann. Si creano e ricreano quartieri, comuni esterni vengono inglobati nella cerchia cittadina. Gli arrondissements diventano 20. Il barone, ex prefetto di polizia, distrugge quasi tutto. Nascono i viali, i boulevards… la città assume l’aspetto che conosciamo. Inoltre, non si riescono più a fare le barricate in caso di insurrezione: due piccioni con una fava (une manière de faire d’une pierre deux coups, come si direbbe in francese).
Ma la nostra lumaca? Haussmann deve aver sbagliato qualcosa: il sedicesimo arrondissent dovrebbe essere il numero 13! Non si tratta di un errore ma di un ‘capriccio’ degli abitanti della zona. All’epoca, “sposarsi al comune del tredicesimo”, significava convivere senza essere sposati (dato che il comune ancora non esisteva). Orrore! Gli agiati abitanti dell’odierno sedicesimo non potevano accettare un simile affronto! I poveri di Place d’Italie sarebbero stati più adatti di loro. Adottare la numerazione a chiocciola fu l’unico modo per risolvere questo inconveniente. E quindi? Poveri da una parte e ricchi dall’altra? Non esattamente, vale la pena di aggiungere un altro particolare al racconto: le nascenti fabbriche nell’800 si trovavano tutte nel nord-est della città. I venti a Parigi, generalmente, soffiano da ovest a est o da nord a est: a ovest, quindi, la borghesia a respirare l’aria fine, a est gli operai sotto i fumi tossici.
Perché vi ho raccontato tutto questo? Perché adoro le curiosità storiche ma soprattutto perché mi sento chiedere spesso come orientarsi in città per decidere dove cercare alloggio. La divisione di allora, in una certa misura, è valida anche oggi. Già sapete, quindi, che la zona nord-est è la meno consigliata e che se volete davvero provare il lusso parigino dovete andare nel sedicesimo. Per descrivere una persona chic, infatti, a Parigi si dice “Elle fait très 16éme”, “lei fa molto sedicesimo”.
Ormai avete un gran numero di informazioni utili ma scommetto che vi state chiedendo come capire in quale diavolo di arrondissement si trova quel grazioso hotel che avete trovato in offerta su Booking. Risposta ovvia: aprite Google Maps… oppure guardate il cap dell’indirizzo. I codici postali di Parigi sono tutti composti allo stesso modo 750.. e il numero dell’arrondissement.
Guida minima degli arrondissement
E i miei consigli? Dove alloggiare? Che cosa vedere? E alla sera? Ci sono ristoranti nella zona? È sicura? Scommetto che anche voi vorreste chiedermi le stesse cose. Non dovete mai dimenticare una cosa: Parigi non è una sola città ma è tante città in una sola. In un arrondissement possono esserci più quartieri, ognuno con una sua specificità. E ognuno merita di essere scoperto. Vediamo se riesco a fare chiarezza:
1. Louvre, Vendôme, Les Halles. Non potreste essere più in centro di così. La zona è ad altissima frequentazione turistica e inevitabilmente questo comporta pregi e difetti. Da vedere: il Museo del Louvre, la Sainte-Chapelle, il giardino delle Tuileries. I miei luoghi del cuore: il Palais Royal, la Place Vendôme e la chiesa di Saint-Eustache.
2. La Bourse, Sentier. Quartiere di uffici, popolato soprattutto di giorno e in pausa pranzo. Da vedere: place des Victoires, la Tour Jean-sans-Peur, la Bourse. Luoghi del cuore: la galerie Vivienne, la biblioteca Richelieu, la rue Montorgueil nel quartiere di Bonne Nouvelle.
3. Le Marais. Uno dei miei quartieri del cuore. Oggi forse anche troppo alla moda, ma pieno di locali e negozi. Perfetto anche per alloggiare. Da vedere: il museo des Arts et Métiers, gli Archivi nazionali, l’orologio Le Défenseur du Temps. Luoghi del cuore: il Musée Carnevalet, il museo Picasso, il mercato des Enfants Rouges.
4. Île de la Cité, Île de Saint-Louis, ancora Marais. Ancora sulla rive droite della Senna. Centrale, comodo e pieno di locali. Da vedere: Notre Dame, Hôtel de Ville, Centre Pompidou, Fontana Stravinsky, Hôtel de Sully. Luoghi del cuore: place des Vosges, rue des Rosiers (uno dei quartieri ebraici parigini).
5. Quartiere Latino e Sorbona. E’ la parte centrale della Rive Gauche e uno dei quartieri più antichi della città. Zona di studenti, intellettuali. Posizione ottimale per soggiornare. Da vedere: la Sorbonne, il Panthéon, il quartiere latino, la rue Mouffetard, il museo di Cluny, il Jardin des Plantes e la galleria dell’evoluzione. Luoghi del cuore: la chiesa di Saint Julien-le-Pauvre, l’Istituto del Mondo Arabo, il teatro de la Huchette.
6. Saint-Germain-des-Prés. La zona dei caffè letterari, delle librerie e del jazz. Oggi molto turistico ma ancora tra i miei preferiti. Posizione ottimale per qualunque spostamento. Da vedere: la chiesa di Saint Germain, il café de Flore, Les Deux Magots, il Pont Neuf, l’Institut de France, il Théâtre de l’Odeon. Luoghi del cuore: i giardini del Lussemburgo e la fontana dei Medici, il Pont des Arts, il museo Delacroix e place Fustenberg, la chiesa di Saint-Sulpice.
7. Invalides e Tour Eiffel. La Parigi da cartolina. Da vedere: il musée d’Orsay, la Tour Eiffel e gli Champs de Mars, les Invalides (e la tomba di Napoleone), l’Assemblea Nazionale, il Musée du Quai Branly, i grandi magazzini Bon Marché. Luoghi del cuore: il museo Rodin.
8. Champs-Élysée, Monceau. La Parigi che quasi tutti vogliono visitare. Da vedere: l’Arco di Trionfo, place de la Concorde, il Musée de l’Orangerie, l’Hôtel de la Marine, il Grand Palais e il Petit Palais, la chiesa della Madeleine, il ponte Alessandro III. Luoghi del cuore: il Parc Monceau, il Musée Nissim de Camondo, il Musée Jacquemart-André.
9. Opéra. Zona sicuramente ben collegata e con molte possibilità di alloggio e ristorazione (anche se io non la amo particolarmente). Da vedere: l’Opéra, le Galéries Lafayette, il grandi magazzini Printemps. Luoghi del cuore: il Musée de la vie romantique, il Musée Gustave Moreau.
10. Gare du Nord e Gare de l’Est. Una Parigi più popolare e meno turistica. Le zone limitrofe alle stazioni, non sono particolarmente tranquille (soprattutto di sera). Da vedere: il canale di Saint Martin (specialmente nella stagione estiva).
11. Bastille e Oberkampf, République. Grande vita notturna. Posizione interessante anche per l’alloggio. Da vedere: il Bataclan, il Cirque d’hiver, il Musée Édith Piaf, il quartiere Charonne.
12. Bercy, Bois de Vincennes. Quartiere residenziale e tranquillo. Interessate per alloggiare fuori dal grande caos. Da vedere: la Cinémathèque Française, il Bois de Vincennes. Luoghi del cuore: la Promenade Plantée, i Giardini dell’Arsenal.
13. Chinatown, Bibliothèque Mitterand, Place d’Italie. Una delle più grandi Chinatown d’Europa. Quartiere popolare ma tendenzialmente tranquillo. Da vedere: la biblioteca Mitterand, le opere di street art. Luoghi del cuore: la Butte-aux-Cailles e la Manufacture des Gobelins.
14. Montparnasse. Zona residenziale e ben collegata. Da vedere: catacombe di Parigi (per chi ne ha il coraggio), Montparnasse, la Tour de Montparnasse. Luoghi del cuore: il parc de Montsouris e i suoi dintorni.
15. Senna, Vaugirard, Grenelle. Quartieri residenziali e decisamente poco turistici. Da vedere: La Ruche, il Musée Bourdelle, il Parc Citroën, il Jardin Atlantique. Luoghi del cuore: il Parc Georges Brassens, l’Île aux Cygnes.
16. Auteuil, Passy, Bois de Boulogne. Quartieri residenziali molto belli e piuttosto costosi. Collegamenti più complicati. Da vedere: Passy, la Maison Balzac, il Trocadéro, il Palais de Tokyo, il Musée Marmottan, il Bois de Boulogne. Luoghi del cuore: il Musée Guimet, la Fondation Le Corbusier, il Castel Béranger, la Fondation Vuitton.
17. Arc de Triomphe, Ternes, Monceau e Batignolles. Si mescolano anima popolare e anima borghese. Da quartieri chic a quartieri popolari. Da vedere: Batignolles.
18. Montmartre, La Goutte d’Or. Montmartre, quartiere iconico ma davvero tanto turistico (con annesse prevedibili fregature), Pigalle (oltre al Moulin Rouge, anche sexy shop e locali a luci rosse). Molto decentrati, comportano spostamenti discretamente lunghi. Da vedere: la chiesa del Sacro Cuore, il Moulin Rouge, la Place du Tertre, il Moulin de la Galette, il cimitero di Montmartre, la vigna di Montmartre.
19. La Villette, Buttes-Chaumont. Quartieri molto popolari in via di riqualificazione (in parte riuscita). Da vedere: il Parc de la Villette, la Cité des sciences. Luogo del cuore: il Parc des Buttes-Chaumont.
20. Belleville, Père Lachaise. Gli ultimi saranno i primi (forse). Quartieri poco turistici. Belleville sta cercando di riscattarsi da un passato difficile. Oggi luogo di street art e di locali sperimentali. Da vedere: Belleville, il Parc de Belleville, la chiesa di Saint-Germain de Charonne. Luoghi del cuore: la Campagne à Paris, il cimitero di Père-Lachaise.
Qualche ultima informazione…
Siete arrivati a leggere fino a qui? Complimenti! E grazie…Ovviamente i miei consigli non esauriscono nemmeno lontanamente tutto ciò che potete vedere in questa meravigliosa città (e sicuramente mi sarò dimenticata qualcosa di essenziale), ma spero che possano essere per voi una guida minima. D’altronde, se Parigi è una lumaca, anche io posso prendermi il giusto tempo per scrivere di ogni singolo arrondissement.
Un ultimo appunto sulla annosa questione ‘sicurezza’: ovunque scegliate di alloggiare, non dovete mai dimenticare di essere in una grande città. Prudenza e un po’ di accortezza sono sempre consigliate. Soprattutto nelle zone più turistiche. Niente di più e niente di meno.
Un discorso a parte, meriterebbero i comuni limitrofi alla città che sono sempre più spesso presi in considerazione da chi vuole cercare di risparmiare. Vi prometto che avremo occasione di parlarne (ma già vi dico che non vi consiglierò di alloggiare fuori dai 20 arrondissements). Ora non mi resta che augurarvi buon viaggio. Alla prossima.
2 commenti
Sei incredibile! Ho faticato a leggere tutto, ma ci sono riuscita! Anche se non visiterò mai così tanto, purtroppo la mia età non me lo consente!
Mi meraviglio come tu possa conoscere così bene una grande città! Ci hai vissuto parecchio?
Che dire brava, bravissima!
Grazie, Ivana. L’esperta è Francesca, che da qualche mese si occupa con me (Daniela) del blog. In realtà non ci hai mai vissuto, anche se non sembrerebbe! Pare, però, che oramai i suoi soggiorni parigini non si contino…