La tecnologia ci offre validi supporti, ma per viaggiare le guide restano secondo me indispensabili. Qui vi presento le mie favorite, raccontandovi pregi e difetti di ciascuna. E mi perdonerete se alcuni best-seller non sono nemmeno citati!
Qualche giorno fa discutevo con la mia amica Maria Elisa circa l’utilità delle guide turistiche. Naturalmente ci riferivamo a quelle cartacee perché mai mi sognerei di dubitare dell’importanza della mia professione. Quella è essenziale e basta. Sono molti, infatti, i viaggiatori che si affidano oramai solamente alla rete: blog, resoconti di viaggio, siti istituzionali fanno molto, se non moltissimo. Ma, al di là del fatto che magari le batterie si possono esaurire e che non sempre l’amato 4G è a disposizione, rimane il fatto che un libro è un’altra cosa. Ci si possono prendere appunti, sottolineare, cominciare a sognare. E, come rimarcava Maria Elisa, una volta tornati a casa restano come prezioso ricordo.
La natura mi ha dotata di ottima memoria, sicché negli anni ho imparato a viaggiare leggera. Pochi libri e pochi appunti, molte cartine e, qualche volta, l’atlante. Però, quando preparo un viaggio, senza le guide non ci so stare. Per me sono come un canovaccio su cui lavorare, un modo per avere una base di partenza. E anche per avere un punto fermo, dove andare a ricontrollare un dato o un’informazione. O per condurre i miei compagni di avventura al cospetto di un monumento senza esitazione. Seguire la mappa di GoogleMaps mentre si cammina non è il massimo della professionalità…
Da qui l’idea. Di guide in commercio ce ne sono diverse. Qui vi spiego quali e perché sono le mie cinque collane preferite. Magari sarete d’accordo, magari dissentirete. E’ un fatto molto personale, come sottolineare un libro o meno. Quanto alla “più una”, poi capirete.
Prima di iniziare con la hit-parade, consentitemi una riflessione. E’ ovvio che tutto dipende da che cosa si cerca e da che cosa ci si aspetta da una guida turistica. E’ chiaro che lo stile di viaggio fa molto in questo senso perché è scontato che chi va a zonzo per il mondo con lo zaino necessiti di informazioni diverse da chi sceglie un viaggio organizzato. Restano però due aspetti dai quali non mi sento di prescindere.
Innanzitutto il fatto che internet e le migliaia di siti specializzati fanno sì che oggigiorno le nozioni più pratiche (quali dove mangiare e dove dormire oppure quanto costa l’ingresso a un museo) si reperiscano con pochi tocchi sullo smartphone. Senza considerare che si tratta perlopiù di argomenti in continua evoluzione: non è detto che l’hotel consigliato 10 anni fa dalla tal guida sia ancora così raccomandabile. In questo senso, la tecnologia è imbattibile.
In secondo luogo, non posso non tenere conto di una mia profonda convinzione. Viaggiare, a qualsiasi livello, è un fatto culturale. Non nozionistico, sia ben chiaro. Ho in mente delle famosissime guide (dalla copertina rossa) che chiesa per chiesa, museo per museo, elencano opere e autori che si possono ammirare in una determinata città. Di solito dopo mezza pagina mi si incrociano gli occhi. D’altra parte, dal mio punto di vista una guida ben fatta deve fornire quelle informazioni che rendono interessante e arricchente un viaggio. Insomma: un certo numero di nozioni ci devono essere, possibilmente ben scritte e corredate da dettagli curiosi e da consigli degni di nota.
Detto questo, iniziamo con la top-five! In rigoroso ordine alfabetico:
Baedeker
La prima guida Baedeker fu edita in Germania nel 1836 e già questo è una garanzia di qualità. In Italia sono pubblicate dall’Istituto Geografico DeAgostini, ma la veste grafica e i testi sono praticamente immutati. Le informazioni sono quelle essenziali, senza troppi fronzoli, e qua e là interessanti box svelano qualche chicca. Inoltre, i paragrafi a margine aiutano ad individuare facilmente i contenuti e, per chi ha memoria fotografica, a ricordarli facilmente. Trovo molto utile la scansione alfabetica dei luoghi, piuttosto che quella geografica: non è infatti così scontato saper collocare una città o un villaggio nella giusta regione. Mi piacciono molto anche la copertina plastificata, che rende le guide indistruttibili, e la carta stradale allegata. Oggigiorno il navigatore satellitare risolve tanti problemi, ma poter capire dove si sta andando rimane per me essenziale. Non sempre, invece, apprezzo le piante delle città, invero piuttosto schematiche e limitate al nucleo centrale.
Blue Guide
Dal punto di vista dei contenuti non credo che le Blue Guide abbiano rivali: sono un’incredibile miniera di informazioni, puntuali e ben scritte. Di solito propongono un ottimo inquadramento storico e non tralasciano praticamente nulla, senza per questo essere un freddo elenco di dati. Tanto per fare un esempio, il capitolo sul Ponte di Brooklyn (la guida è ovviamente quella su New York) è un perfetto equilibrio fra storia, spiegazione tecnica e aneddoti. L’apparato cartografico è buono, anche se non sempre le mappe dei centri storici sono molto dettagliate. Per essere sincera, a una così grande mole di informazioni corrisponde una scarsa maneggevolezza: le guide sono piuttosto pesanti, quindi non particolarmente pratiche in viaggio. Purtroppo non esiste alcuna edizione in italiano e si fatica a trovarle in libreria. Per fortuna il sito web e la vendita on-line ovviano qualsiasi problema a riguardo.
Dumont
Anche in questo caso, una guida che viene dalla Germania. Testi brevi, ma interessanti, belle foto e mappe chiare ne fanno una guida pratica, soprattutto se si sta visitando una città o una regione per la prima volta. Amo molto le sezioni di approfondimento, molto curate, che offrono notizie di cui difficilmente si viene a conoscenza. Un modo, questo, per rendere unico e speciale qualsiasi viaggio. Le monografie, pubblicate mensilmente, esistono solo in tedesco. Ma sono così ben fatte che ogni volta che le vedo desidero averle tutte nella mia libreria.
Frommer’s
Le guide americane per eccellenza. Basti dire che sono sul mercato dal 1955. Complete, chiare, con una bella veste grafica e foto notevoli. Di solito trovo azzeccati i giudizi riguardo a quanto un luogo sia imperdibile (da uno a tre asterischi), così come i consigli circa ristoranti e hotel. A quest’ultimo proposito, apprezzo l’ampio spettro di analisi: dai locali più economici a quelli per pochi, il ventaglio di proposte è vasto e ben studiato. In Italia sono state finalmente tradotte da Iter Edizioni. Al momento i soli titoli disponibili sono quelli dedicati alle grandi città del mondo, ma non dispero: mi auguro sia solo l’inizio!
Polaris
Forse sono un po’ noiose dal punto di vista grafico, ma i contenuti sono di qualità. Soprattutto, offrono una serie molto estesa di titoli (quante altre guide in italiano sul Buthan pensate di trovare in commercio?). Apprezzo anche il fatto che ciascuna pubblicazione è curata da un autore che conosce quel di cui sta scrivendo e che ci mette la faccia, visto che nome e breve biografia sono sulla quarta di copertina. E questo comporta poca standardizzazione, perché ognuno scrive a modo proprio. Può piacere o non piacere, io credo sia un valore aggiunto perché è come se qualcuno aprisse per noi una porta su un mondo ancora da esplorare. La guida sull’Islanda e quella sulle Terre Artiche sono un must!
Ed ora arriviamo al “più una”…
La foto qui sopra rappresenta una parte della mia libreria. In basso a destra vedete le guide verdi del Touring Club Italiano, con le quali ho un rapporto di amore e odio (altro che Catullo!). Il perché è presto detto: lavoro dal lontano 2003 e viaggio da molto prima e, in tutto questo tempo, ho visto decrescere la qualità del prodotto TCI. Le mappe dei centri storici restano in assoluto le migliori, ma le informazioni sono sempre più scarse e in più di un’occasione ho trovato errori piuttosto grossolani. Mi ostino a comprarle perché le consulto facilmente, ma non mi piacciono più come un tempo. Quindi siete avvisati: la guida sulla Francia e quella sulla Germania edite nel 2004 non le presto a nessuno; quanto a quella su Washington DC del 2014, possiamo parlarne!