Conoscete Trieste? Allora dovete leggere questo libro. Non conoscete Triste? Allora dovete proprio leggere questo libro. Scoprirete o riscoprirete una meravigliosa e melanconica città di esuli, mercanti, artisti e marinai…
Non sempre riesco a vedere Trieste con gli occhi della mente. Chi può? Non è una di quelle città-icona immediatamente visibili nel ricordo o nell’immaginazione. Non offre vedute indimenticabili, né melodie note, né una cucina inconfondibile, né cognomi tipici che tutti conoscano. È un porto italiano di media grandezza e ormai in là con gli anni, etnicamente ambivalente, storicamente confuso, prospero solo a fasi alterne, appartato nell’ultimo angolo superiore del mare Adriatico e a tal punto carente delle consuete caratteristiche dell’Italia che ancora nel 1999, secondo un sondaggio, circa il settanta percento degli italiani ignorava che appartenesse al loro paese.
Ma allora… perché andare a Trieste? ‘Semplice’: perché questo luogo ha la straordinaria (e inquietante) capacità di dare l’impressione al visitatore “di non trovarsi in nessun luogo”. In che senso? Trieste è tante storie in una: reale, fantastico, immaginario, passato e presente si mescolano di continuo e suggeriscono ai suoi visitatori mille prospettive differenti.
Coloro che non vi sono mai stati, di solito, non sanno neppure dove si trovi. I suoi visitatori spesso la lasciano disorientati e, tornati a casa, la ricordano con un vago senso di mistero, come qualcosa di inafferrabile.
Forse la ‘colpa’ è davvero della sua posizione geografica: una piega della carta geografica, inaccessibile e remota. Pochi chilometri di fascia costiera la legano all’Italia, la frontiera slovena si trova a soli 8 chilometri dal centro, la frontiera croata è poco più in là… Persino Serbia, Bosnia e Ungheria non sono poi cosi lontane!
Città mediterranea, occidentale o balcanica? Come stabilirlo? Sicuramente è stata una città Imperiale. Nel 1719, l’impero asburgico la dichiara porto franco. La città guadagna esenzioni e privilegi e diventa l’unico porto sul Mediterraneo di tutto l’impero. Tutto e tutti sono destinati a cambiare in città. Da qui si può andare ovunque: la polizza di carico su Trieste diventa familiare in tutti gli approdi mercantili.
Trieste, dunque, centro del mondo? Purtroppo non per molto: dopo la prima guerra mondiale, l’incanto si rompe. L’impero crolla e la città diventa avamposto orientale del regno d’Italia. L’ennesima identità da costruire. Il dramma della seconda guerra mondiale sconvolge, ancora una volta, questa elegante ‘signora’. Italia, Jugoslava… Trieste è di tutti e di nessuno.
Questo libro si propone proprio di accompagnare i lettori a spasso per la città affinché trovino la loro Trieste. Da dove partire? Probabilmente meglio sarebbe arrivare in auto dall’alto, dal Carso. Quest’ultimo è uno dei segreti del fascino della città: un inquietante deserto di roccia, che nasconde infiniti segreti, che lascia spazio, improvvisamente, alla distesa azzurra del mare e al porto cittadino. Di che cosa altro tenere conto? Ah, sì! Della lentezza! Trieste è una città dove non si deve avere fretta.
Il negozio che ci occorre è probabilmente chiuso per ferie, il museo è temporaneamente chiuso per restauri, l’autobus che dovevamo prendere è appena partito a causa di una variazione d’orario…Ma, in realtà, è proprio quello che ci vuole per un perdigiorno…
Un difetto? Evidentemente no: Joyce, il mio amato Svevo e Umberto Saba che tanto la amavano, ne traevano continua ispirazione. Basta viverla con il giusto spirito, quello del flâneur.
Oltre al Canal Grande, dove andare? Indubbiamente a Miramare: castello, riserva naturale, simbolo di un impero ormai morente e custode di una tristissima storia d’amore. Prometto che ve ne parlerò al più presto… Per ora, che ne dite di scoprire un altro simbolo imperiale e prendere il tram di Opicina? Finalmente è tornato in attività, dopo diversi anni di attesa.
E in una giornata di pioggia o di Bora? Si può entrare a Palazzo Revoltella, dimora di uno degli eminenti personaggi che governarono la Trieste di un tempo. Il barone Pasquale Revoltella, scapolo immensamente ricco, aveva accumulato le sue fortune a suon di speculazioni (anche di dubbia natura) in grano, legnami e carni. Tra i fondatori delle Assicurazioni Generali, fu tra i primi a comprendere le possibilità offerte dalla realizzazione del canale di Suez, diventandone il più importante azionista privato! La sua casa, un po’ in stile tedesco, non troppo italiano ma sicuramente altoborghese e triestino, racconta benissimo la sua storia e quella della sua città.
Siete stanchi o avete ancora voglia di girovagare? Possiamo andarcene in piazza Unità d’Italia e sederci in un caffè per godere della bellezza di questo splendido salotto cittadino, teatro di tutti gli avvenimenti principali di Trieste e persino della proclamazione delle leggi razziali nel 1938.
C’è altro da scoprire della Trieste di un tempo e di quella di oggi? Sì. Indubbiamente. Oggi come un tempo, la città è luogo di incontro di vite, lingue e culture… ma, a questo punto, sta a voi esplorarla! Questo bellissimo libro vi aiuterà a decodificare una parte della sua storia e del suo fascino. Per quanto mi riguarda, mi riprometto di raccontarvi al più presto altre delle sue (e delle mie) storie…
Jan Morris, Trieste. O del nessun luogo, Il Saggiatore, Milano, 2021