Vi ricordate? Tempo fa vi ho raccontato una bellissima giornata di vacanza a L’Aia, del Panorama Mesdag e della spiaggia di Scheveningen ma non vi ho ancora raccontato della Lezione di anatomia…
Tranquilli! Non voglio proporvi strane esperienze macabre o inquietanti. Voglio semplicemente portarvi a vedere un interessantissimo museo: il Mauritshuis, strepitosa collezione di pittura olandese e non solo.
Da Amsterdam a Den Haag
Anche stamani in marcia, o meglio, in treno! Ormai io e Daniela conosciamo a perfezione la stazione centrale di Amsterdam! D’altra parte, i mezzi pubblici in Olanda permettono davvero di andare quasi ovunque. E noi, fiere della nostra Amsterdam card, non vogliamo farci mancare alcuna possibilità! Oggi andiamo a L’Aia. Abbiamo un programma fittissimo: dalla tomba di Spinoza alla spiaggia.
La (o il?) Mauritshuis
Salutato Baruch Spinoza, il caldo ci spinge a cercare riparo e aria condizionata. La Mauritshuis è la nostra prossima meta. La “Casa di Maurizio” è uno dei principali musei di Den Haag e fa bella mostra di sé proprio nel centro della città. Il palazzo precedentemente era la residenza del conte Johan Maurits van Nassau-Siegen ed ora ospita una vasta collezione d’arte che comprende dipinti dei più famosi pittori olandesi: Johannes Vermeer, Rembrandt van Rijn, Jan Steen, Paulus Potter e Frans Hals. Il Mauritshuis, casa della Ragazza con l’orecchino di perla, è stato un museo statale fino al 1995, quando è stato privatizzato. Esperimento interessante che lo ha reso una fondazione ibrida, in grado di procacciarsi maggiori fondi e possibilità, nonché, di fatto, uno dei principali musei olandesi.
La lezione di anatomia del dottor Tulp
Se fossi una guida meno curiosa, come prima cosa, vi suggerirei di andare a vedere la celeberrima Ragazza con l’orecchino di perla ma io voglio proporvi un altro dipinto. Personalmente lo considero molto più interessante e di impatto: si tratta della Lezione di anatomia del dottor Tulp. Non ditemi che non lo conoscete, sicuramente lo avete visto almeno una volta su un testo scolastico. Ma forse non gli avete mai prestato troppa attenzione…
Finalmente ci siamo, desideravo vederlo da anni! Il dipinto fu commissionato a Rembrandt dalla Gilda dei Medici di Amsterdam. Rappresenta il professor Nicolaes Tulp, titolare della locale cattedra di anatomia, mentre esegue la dissezione e l’autopsia del corpo di un giustiziato. Grazie ai documenti, conosciamo anche il nome dello ‘sfortunato’ cadavere: Adrian Adrianeszoon detto “Het Kindt”, famigerato criminale impiccato ad Amsterdam nel gennaio 1632.
Perché sezionare proprio il corpo di un uomo simile (e immortalarlo)? Probabilmente fu una banale questione di tempistica: in un’epoca in cui non esisteva la refrigerazione elettrica per conservare i cadaveri, le autopsie si facevano solo nei mesi più freddi… Het Kindt è stato, semplicemente, giustiziato al momento ‘giusto’…
Come accadrà dieci anni dopo con l’altrettanto celebre La ronda di notte, troviamo riportati i nomi dei presenti (in questo caso, medici) scritti su un libro tenuto in mano da un assistente. L’ultimo nome, appartenente al personaggio all’estrema sinistra, sembra aggiunto successivamente, così come la figura nel quadro.
Ma perché sono voluta venire appositamente a vedere questo quadro? Curiosità? Sì, certo… ma non solo. Non trovate che sia incredibilmente intrigante l’atmosfera di questo dipinto? Guardate bene le espressioni dei singoli personaggi: le figure, colte in tutto il loro stupore, ribrezzo e curiosità, fissano lo spettatore e sembrano sfidarlo a osservare con loro la lezione di anatomia. Come a dire: “e tu? Sei capace di superare il disgusto?”
Il dottor Tulp è ritratto nel momento in cui espone agli astanti il funzionamento dei tendini del braccio sinistro: per maggiore comprensione, li afferra con delle grosse pinze, e, a sua volta, con la mano sinistra, mima il movimento delle dita reso possibile dai tendini stessi. Bizzarro, vero? D’altra parte, deve insegnare! Non solo mettersi in posa. Una notazione che credo interessante: il gesto del medico sembra essere molto simile a quello di un pittore quando tiene il pennello tra le dita. Il dipinto sottolinea quindi le similitudini tra medicina e pittura, e vuole essere un omaggio per entrambe. D’altra parte, il buon pittore deve conoscere e osservare con cura l’anatomia umana… come il buon medico!
Una cosa mi colpisce enormemente mentre osservo questo dipinto: Rembrandt è davvero riuscito a rendere magnetico e attrattivo quello che potrebbe sembrare un soggetto splatter, dimostrando davvero tutta la sua abilità di pittore. Certo, probabilmente ha rinunciato a rappresentare i consueti tagli dell’eviscerazione del corpo per una questione di decoro, ma lo si può ‘perdonare’. Non ha solo creato un’opera di notevole potenza, ma ha anche dipinto un pezzo di storia della scienza.
Adesso è ora di andare a salutare anche la Ragazza dal l’orecchino di perla, lo so che siete ansiosi di vederla…
Un consiglio logistico: se tartufando per il museo vi è venuta fame, il ristorante del Mauritshuis offre un menù interessante, un mix tra cucina nordica ed asiatica. Piacevole, tranquillo e originale. Io lo proverei, tanto più che avete ancora moltissime cose da fare a L’Aia!