Se pensate che C’era due volte il Barone Lamberto sia una lettura per bambini, vi sbagliate di grosso! Gianni Rodari è uno scrittore senza tempo e senza età e questo libro lo dimostra appieno.
“Le favole di solito cominciano con un ragazzo, un giovinetto o una ragazza che, dopo molte avventure, diventano un principe o una principessa, si sposano e danno un gran pranzo. Questa favola, invece, comincia con un vecchio di novantaquattro anni che, alla fine, dopo molte avventure, diventa un ragazzino di tredici anni. Non sarà uno sgarbo al lettore? No, perché c’è la sua brava spiegazione. Il lago d’Orta, nel quale sorge l’isola di San Giulio e del barone Lamberto, è diverso dagli altri laghi piemontesi e lombardi. È un lago che fa di testa sua. Un originale che, invece di mandare le sue acque a sud, come fanno disciplinatamente il Lago Maggiore, il Lago di Como e il Lago di Garda, le manda a nord…”
Che cosa dite? Siete troppo grandi per le favole? Per le storie di Gianni Rodari non si è mai troppo grandi, tantomeno per le avventure del barone Lamberto! No, non potete nemmeno lamentarvi del mio spoiler: non vi ho raccontato il finale, quello vero dovete ancora scoprirlo o, magari, immaginarlo. Quello che dovete sapere è che il nostro barone è un signore ricchissimo e molto anziano che soffre di 24 malattie e possiede 24 banche nel mondo. Vive in una villa sull’isola di San Giulio, nel mezzo (non proprio a metà) del lago d’Orta.
Ad occuparsi di Lamberto, c’è il fidato maggiordomo Anselmo. Ci si presenta subito un mistero: perché il domestico porta sempre un ombrello al braccio? Ma soprattutto, che compito hanno le sei persone che vivono in soffitta? Delfina, Armando, il signor Giacomini, la signora Zanzi, il signor Bergamini e la signora Merlo. I sei, per ripetere in continuazione il nome del barone, ricevono un salario altissimo: 5 euro ogni “Lamberto” pronunciato – 500 lire versione originale. E caramelle a volontà perché non si secchi loro la gola. Lavoro bizzarro ma ottimamente retribuito!
Durante un soggiorno nella sua villa in Egitto (il nostro protagonista ha anche tante case), il barone ha sentito un santone arabo fare una strana profezia: “colui il cui nome è sempre pronunciato resta in vita”. Al ritorno a Orta, un sistema di piccoli altoparlanti posizionati in tutte le stanze e sui mobili, ha cominciato a diffondere nel palazzo le voci dei sei, in modo che il barone possa ascoltarli ovunque e in qualsiasi momento premendo un pulsante. In questo modo ogni giorno il barone allontana la morte sempre di più, nonostante le malattie di cui soffre, ed anzi, a un certo punto, inizia a sentirsi sempre più giovane ed in salute. Le ventiquattro malattie scompaiono, una alla volta!
I guai, però, trovano sempre il modo di presentarsi: Ottavio, il nipote del barone, amante della bella vita e pieno di debiti, arriva a San Giulio. Spera di ingraziarsi il vecchio zio, sicuramente moribondo… e invece, tutti i suoi piani sembrano andare in fumo! Mentre il ragazzo cerca di trovare una soluzione per liberarsi del ricco parente, l’isola viene occupata da 24 banditi, anche loro tutti di nome Lamberto. La banda dei 24 L sequestra il barone e chiede un riscatto di un miliardo di euro ad ognuno dei 24 direttori delle banche del barone.
Ottavio è disperato ma non si arrende: ha ormai intuito che il segreto della salute dello zio risiede nelle sei persone che se ne stanno in soffitta. Decide di mettere un sonnifero nella cena dei sei, che si addormentano fatalmente. Al barone è sufficiente una giornata senza che il suo nome venga pronunciato per invecchiare di colpo e morire. I banditi fuggono a mani vuote, Anselmo, affranto per la morte del padrone, licenzia in tronco i sei lavoratori addormentati.
Tutta Orta e il Verbano Cusio Ossola si radunano per il funerale del barone Lamberto. Tutti parlano di lui, il suo nome è sulla bocca di tutti i presenti e… indovinate! Improvvisamente, durante il funerale, il barone resuscita! I sei addetti iniziano quindi a dire “Lamberto” a ritmo serrato e il percorso di vita del redivivo nobile si capovolge! Il barone torna ad essere un bambino di tredici anni che sogna di lavorare nel circo… Nessuno sa esattamente come Lamberto abbia deciso di vivere la sua seconda vita, non si sa nemmeno se sia rimasto a vivere a Orta. Io lo cerco ogni volta che capito sulle rive dello strano lago che fa di testa sua, ma ancora non l’ho incontrato!
Gianni Rodari, C’era due volte il Barone Lamberto, Einaudi, Torino, 1989