Che dire di una parola tanto carina come Landesgartenschau? Non lascerebbe presagire nulla di buono. Invece, si tratta di una splendida iniziativa che da anni si organizza in Germania.
A volerla tradurre, potrebbe suonare come “rassegna regionale di giardinaggio”. Ma questa locuzione davvero non rende giustizia a quello che è in realtà. Non immaginatevi, cioè, un convegno di amanti di orticultura in perfetto abbigliamento da campagna. E nemmeno dovete pensare a una sorta di fiera per presentare gli ultimi ritrovati in fatto di floricoltura.
Immaginate invece un’area non particolarmente bella e curata, come ad esempio una zona industriale dismessa, trasformata in un giardino grazie a sovvenzioni locali e regionali. Perché, in estrema sintesi, di questo si tratta. Servono anni per costruire il giardino e ovviamente ingenti somme di denaro. Per questo motivo il primo anno, dall’inaugurazione a primavera sino all’autunno, i visitatori pagano un biglietto d’ingresso nemmeno troppo economico.
Dopodiché il parco diventa parte integrante della città che ha organizzato la manifestazione e chiunque ne può usufruire gratuitamente perché, di fatto, diventa un giardino pubblico. In questo modo, ex aree industriali, strutture portuali o ferroviarie in abbandono, zone cittadine piuttosto trascurate possono letteralmente rifiorire. Interessante è pure il corollario di infrastrutture che restano alla comunità: collegamenti stradali, ponti, mezzi pubblici di trasporto, ma anche caffetterie e impianti adibiti al tempo libero.
La sfida è vinta non tanto quanto i biglietti venduti fanno raggiungere il pareggio di bilancio (il che accade di rado), ma quando il giardino è così ben congegnato che, una volta tolte barriere e recinzioni, è praticamente impossibile capire che in quel luogo dove ora giocano i bambini e gli adulti fanno jogging un tempo c’era solo un panorama desolante. Non è quindi un caso che, nonostante gli scarsi rientri economici, da oltre trent’anni quasi ogni Land tedesco si mobiliti per rinverdire le città e creare qualcosa di bello per gli abitanti.
La prima Landesgartenschau (per gli amici LAGA) fu organizzata nei primi anni Settanta nel Land Nordrhein-Westfalen, una delle regioni a più alto tasso di industrializzazione. L’esempio fu poi seguito da Baviera e Baden-Würtemberg, dove la coscienza ecologista e le finanze erano già particolarmente floride, e, in seguito, con una sorta di reazione a catena, da tutti gli altri Länder. Circa 150 città hanno sin qui beneficiato di questo progetto lungimirante e in alcune regioni si sa già chi ospiterà le manifestazioni degli anni futuri.
Non paghi di questo, i tedeschi organizzano periodicamente anche la Bundesgartenschau (di solito abbreviata con l’acronimo BUGA). Si tratta della stessa iniziativa, ma concepita su scala nazionale e quindi di solito in città particolarmente importanti.
A proposito di strutture che restano, la foto che ho scelto mostra il ponte pedonale Mimram, che dal 2004 collega praticamente e idealmente le due sponde del Reno fra Kehl, in Germania, e Strasburgo, in Francia.
Non a caso, il titolo con cui quella Landesgartenschau si presentava era “Giardino delle due rive”. Vi assicuro che passeggiare là sopra in una sera d’estate di un paio di anni fa mi ha fatto sentire cittadina d’Europa molto più di quanto non abbiano fatto trattati internazionali e accalorate interviste al politico di turno. Dove per secoli (e fino a non molto tempo fa) ci si faceva la guerra, ora ci si incontra e si gode del dolce panorama del fiume.