Che cosa vi viene in mente, per prima cosa, quando pensate a Venezia? Un quadro di Canaletto, l’Arsenale? Il carnevale? Piazza San Marco? Dopo aver letto Venezia di carta, guida letteraria della città, vi verranno in mente libri…
Parole di carta, canali d’inchiostro, città di sogni. Se l’Italia da sempre è definita un museo a cielo aperto, Venezia non ne rappresenta soltanto una sala dall’elevato interesse artistico. Venezia è un antico teatro, di cui Piazza San Marco rappresenta il palcoscenico. I suoi palazzi, sipari di marmo che da secoli si aprono su scenari e interpreti sempre nuovi, proiettano luci, suoni, colori che mutano sotto lo sguardo di ciascun viaggiatore… E come in ogni teatro, dietro al palco si aprono le quinte: il luogo in cui la bellezza ha origine. Addentrarsi negli angoli meno noti ai turisti significa conoscere la vera Venezia, quella dei Veneziani, quella sconosciuta, quella sconta. Il suo cuore pulsante. A volte basta poco: uno scorcio, l’incontro con un passante, un fiore che nasce imprevisto tra le Pietre di Venezia… È allora che osservare le piccole imbarcazioni ormeggiate sotto le abitazioni, i panni stesi sopra i canali, i muri scrostati dal mare, dal tempo, dalla storia mostreranno il fascino del dietro le quinte di una città che di per sé é meraviglia e incanto. È là dove regna il silenzio, dove i passi si fanno più radi, dove le voci dei turisti non arrivano, dove si respira quotidianità, che si racconta la storia di questa città. Da sempre Venezia accoglie il viaggiatore che vi approda, carico di immagini e aspettative. Ma noi, che domanda ci poniamo al pensiero di raggiungerla? Cosa ci aspettiamo da questa città?
Il nostro viaggio letterario comincia così. Ed è un ottimo inizio. Io ricordo ancora nitidamente la prima volta che ho messo piede a Venezia in una splendida giornata di primavera di molti anni fa. È stato amore a prima vista, anche se… La verità è che, per quanto io ami questa città, ho sempre la sensazione di non ‘comprenderla’ davvero. Troppo bella, troppo mutevole, troppo ricca. Forse é davvero necessario chiedere aiuto ad altri viaggiatori per fare chiarezza. O almeno per provarci.
Meta ambita dai viaggiatori del Grand Tour, Venezia affascina tutti i suoi visitatori. Hippolyte Taine contribuisce molto a renderne grande la fama tra gli intellettuali francesi, raccontando la bellezza e il fascino di quella che definisce la perla d’Italia. Non da meno è la narrazione di Henry James: Venezia come un enorme appartamento (di cui piazza San Marco è il salotto buono) ma, soprattutto, i tramonti di Venezia…Basta leggere il suo Compagni di viaggio per desiderare di trovarsi davanti a Palazzo Ducale al calar del sole…
Venezia in primavera, in autunno, con il calore dell’estate o l’umidità dell’inverno… Infiniti volti per una città unica. Il visitatore deve saper riconoscere ciò che la città ha da offrirgli, da dirgli e trovare la sua Venezia. Non per nulla, il mio amato Italo Calvino diceva: “Di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie ma la risposta che dà a una tua domanda”.
Naturalmente ci sono delle voci, tipicamente veneziane, che ogni visitatore deve ascoltare: quelle dei gondolieri e dei marinai, ad esempio. L’acqua rimane inevitabilmente centrale in ogni racconto veneziano: dalla laguna e dal mare arriva la sua fortuna ma può anche derivare la sua decadenza. Ricchezza e pestilenza sono due possibili facce della stessa medaglia? Probabile. In fondo, basta pensare a La Morte a Venezia di Mann o a La regina Albemark di Sartre.
Se la Venezia di Goldoni è effervescente, ricca e gioiosa, quella del Decadentismo e dell’Esistenzialismo è oscura e cimiteriale. Dal sogno all’incubo, ma sempre a Venezia. Le parole di Sartre, in particolare, mi hanno colpita: il suo narratore è l’ultimo turista, l’ultimo cacciatore di sogni, bellezza e senso. Quella che appare davanti ai suoi occhi è una città ripiegata su se stessa, priva di un progetto per il futuro. Che sia la Venezia di oggi invasa dai turisti?
La Venezia di carta e inchiostro è ricchissima e questo testo le rende davvero giustizia: Dickens, Poe, Chateaubriand… Ma anche Proust, Morand e Casanova. A me è venuta una gran voglia di rileggere il bellissimo Stabat mater di Scarpa e di scovare i libri di Melania Mazzucco che mi incuriosiscono da tempo. Letture a parte, vorrei anche, cartina della Venezia letteraria alla mano, tornare in città… Venite con me?
P.S. qual é il vostro libro preferito dedicato a Venezia?
Raffaella Cavalieri, Venezia di carta, Il Palindromo, Palermo, 2024