Non capire il Giappone, edito da Il Mulino, è il libro perfetto per accostarsi a un Paese affascinante ma lontano da noi, geograficamente e non solo. Forse, ammettere di non riuscire a capirlo è proprio il primo passo per cercare di comprenderlo!
Durante gli esami di terza media, alla domanda “quale paese straniero vorresti visitare?”, ho istintivamente risposto “il Giappone!”. Sono passati molti anni e purtroppo non ho ancora avuto modo di realizzare quel desiderio adolescenziale ma la mia curiosità per il paese del Sol Levante si è accresciuta. Non potendo salire su un aereo e partire, ho cercato di rimediare attraverso libri, film, manga… Eppure ho sempre avuto la sensazione che né la letteratura, né la saggistica o il cinema mi potessero veramente aiutare nella comprensione di un paese tanto lontano…
È per questo che il titolo di questo libro mi ha subito incuriosita. Non capire il Giappone… forse non sono l’unica a subirne il fascino senza riuscire a decifrare la cultura nipponica! È bastato il retro della copertina a convincermi all’acquisto: “Non posso emettere verità sul Giappone perché continuo a non capirlo. Ci ho vissuto un anno e mezzo distribuito su sette soggiorni di qualche mese ciascuno, distanti quattro o cinque anni l’uno dall’altro, e continuo a non essere sicuro di avere capito. Né le cose grandi, né i dettagli”. Istintivamente, la presentazione mi ha fatto sorridere ma non immaginatevi un testo comico o, tanto meno, ridicolo.
In queste pagine troverete un sapiente mix di aneddoti personali dell’autore sul suo rapporto con la terra nipponica, un po’ di antropologia (pratica e teorica) e una sapiente dose di informazioni sulla struttura della lingua giapponese. Questa mescolanza rende, già di per sé, il testo affascinante e non banale ma a colpirmi è stata, in primo luogo, l’onestà intellettuale dell’autore.
“Posso dunque raccontare il mio Giappone, ma non posso spiegarlo. Al massimo posso provare a spiegare qualche dettaglio qua e là, qualche meccanismo minore. Né posso mettere in ordine le cose veramente importanti da dire sul Giappone. Per questo, ci sono libri di persone troppo più competenti di me. Quello che posso fare, però, è raccontare l’esperienza che potrebbe essere di molti lettori, con il Giappone. L’esperienza di un italiano abbastanza intelligente e molto ignorante che cerca di capire e spesso si perde, praticamente mai si spaventa e quasi sempre si diverte, in questo paese così mite per il visitatore. Posso raccontarvi alcune cose che vi cadrebbero sotto gli occhi se cominciaste a frequentare il Giappone e i giapponesi. Del resto, ormai è un luogo comune che «non si può comprendere il Giappone». E allora, il meglio che possiamo fare è descrivere come si forma questa evidenza di non poter capire. Racconterò esperienze che possono essere spiegate in diversi modi, o non spiegate per niente. Esperienze che io ho fatto senza trovarne la spiegazione, e che proprio per questo sono state, per quanto a volte minime, indimenticabili”.
Perfetto, esattamente quello che cercavo: un testo che mi racconti un Giappone quotidiano, quello che ancora spero di visitare. Con lo scorrere delle pagine, incontro Godzilla e le tre scimmiette di Nikko, poi faccio anche una passeggiata tra fiori di ciliegio e bambù. Mi ritrovo a ragionare sul concetto di ‘cura’ e sulla bellezza dell’effimero, entrambi molto cari ai giapponesi. Mi domando anche quanto mi troverei a mio agio in una società che sembra avere tanto a cuore l’idea della ‘conformità’ e del rispetto delle regole. Imparo (ridendo di gusto) che essere arrestati dalla polizia nipponica può essere un’esperienza interessante…
Insomma, divoro questo libro in una sera e, in realtà, imparo più di quanto mi sarei aspettata. Soprattutto imparo nozioni di ‘grammatica’ giapponese, quella della lingua ma anche quella dei rapporti umani. Il mio desiderio di partire con destinazione Tokyo è ancora più forte, come la curiosità di fare, in prima persona, l’esperimento del semaforo o quello della spazzatura… Quindi: buona lettura e buona ‘non comprensione’ del Giappone!
P.S. dopo la lettura di questo libro, guardate (o riguardate) anche l’ultimo film di Wim Wenders, Perfect days. Scommetto che avrete nuove chiavi di lettura.
Edoardo Lombardi Vallauri, Non capire il Giappone, Il Mulino, Bologna, 2023