Parigi è tante città in una, anzi tanti mondi in uno. Alcuni sono noti e facili da scovare, ma altri sono segreti ben nascosti. E’ il caso della campagne à Paris.
Ormai lo sapete, io e Daniela siamo specialiste nella ricerca di luoghi insoliti e possibilmente lontani dalla pazza folla. Quando poi ‘trascino’ Daniela in vacanza a Parigi, non è raro che le ‘infligga’ visite davvero bizzarre: musei sconosciuti, quartieri poco turistici, cimiteri nascosti…Ogni volta (almeno) una sorpresa.
Questa volta ce ne andiamo in campagna! O quasi. Andiamo a visitare il quartiere di Charonne, XX arrondissement. Perché? Ho letto un articolo a proposito della vita quotidiana di questo piccolo village e la mia curiosità ha vinto. Voglio capire se davvero questo angolo di città è così lontano dal caos turistico come si dice. Biglietto della metropolitana alla mano, andiamo verso porte de Bagnolet. Basta risalire in superficie per capire che da queste parti incontreremo pochi turisti. Sembra davvero di essere in uno di quei paesini sonnacchiosi che punteggiano la campagna francese…
La chiesa di Saint-Germain de Charonne
Bastano pochi minuti a piedi per trovarci davanti a uno spettacolo decisamente poco comune: una piccola chiesa, un cimitero verdeggiante e un nutrito gruppo di anziani che chiacchierano amabilmente sulle panchine di questo piccolo ‘giardino della memoria’. C’è chi sistema le lapidi, chi si gode il sole… Secondo la leggenda, la chiesa di Saint-Germain de Charonne è stata costruita al posto di un piccolo oratorio che segnava l’incontro, avvenuto nel 430, di Saint Germain e Sainte Geneviève, la futura patrona di Parigi.
Costruita su uno strato di argilla instabile, la chiesa ha avuto grandi problemi di stabilità e solo nel 2016, dopo anni di lavori, ha potuto essere nuovamente visitata. I restauri, inoltre, hanno fatto emergere 370 antiche sepolture, alcune risalenti a più di 1.000 anni fa! Oggi la chiesa è un monumento classificato ma soprattutto ha conservato tutto il fascino di punto di riferimento del quartiere. Dopo aver fatto quattro passi per i dintorni, un piccolo cartello stradale attira la nostra attenzione: la campagne à Paris.
La campagne à Paris
L’unico modo per scoprire di che cosa si tratta è inerpicarsi per una discreta salita (deserta) e poi ‘arrampicarsi’ per una scalinata. Una vera e propria ‘avventura’ per le caviglie! Ma c’è una adeguata ricompensa per questa fatica: in cima alla collina, c’è un piccolo angolo di paradiso cittadino. Una vera e propria isola di campagna. Potremmo tranquillamente essere in Normandia o magari in Borgogna. Quello dove ci troviamo è un vero e proprio villaggio: un centinaio di villette a due piani, piccoli giardini ben curati. Poche auto e qualche abitante che ci osserva incuriosito.
Ma di che cosa si tratta? Di una furba speculazione immobiliare? In realtà, la campagna à Paris nasce nel 1907 come quartiere operaio dall’idea del pastore calvinista del quartiere, Jules Sully Lombard, che vuole aiutare i suoi parrocchiani a trovare casa. Belleville e Charonne sono popolate, infatti, da operai e artigiani dalle scarse possibilità economiche. La situazione abitativa nella zona è ampiamente peggiorata alla fine del secolo precedente: il barone Haussmann ha fatto di Parigi la ville Lumière ma i poveri (come sempre) ne hanno patito le conseguenze.
La città che cambia
Fino al 1870 circa, al posto di questo delizioso quartiere c’era la cava di gesso di Père Rousset, abbandonata definitamente nel 1878, giusto appunto durante i lavori che stravolgono questa parte di città. La ex cava è perfetta, però, per riversare terra e macerie. Compare presto una collina! Il fenomeno non è isolato: anche il parco des Buttes Chaumont e il parco di Montsouris nascono esattamente allo stesso modo. Qui, però, ci sono esigenze differenti. Il governo si è reso conto della necessità di creare alloggi popolari e, nella speranza di allettare i privati, pensa a sgravi fiscali ed agevolazioni per l’edilizia a basso costo.
Nel 1898, gli eredi di Rousset mettono in vendita la ex cava, ma è solo nel 1907, dopo una conferenza dell’ex ministro Jules Siegrried sui finanziamenti agli alloggi popolari, con la Société Anonyme Coopérative « La Campagne à Paris », che la butte trova nuovi proprietari. La HLM progetta finalmente delle abitazioni a prezzi popolari per gli operai e i piccoli impiegati. Sully Lombard è eletto vice-presidente della cooperativa. Ora la sfida è trovare il denaro necessario. Saranno i soci della cooperativa i primi a finanziare i lavori: le loro azioni societarie potranno essere riscattate nel tempo fino a giungere a possedere una delle abitazioni.
Il 13 febbraio 1913, nasce ufficialmente la Campagne à Paris. Nel 1914 ci sono già 36 abitazioni! Purtroppo la guerra interrompe i lavori che riprendono solo negli anni ‘20. Tra il 1923 e il ‘26, Sully Lombard riesce anche a sollecitare l’intervento pubblico e a ottenere ampi finanziamenti. Finalmente il 20 giugno 1926 si tiene l’inaugurazione ufficiale. Il discorso di Sully Lombard conquista l’uditorio: finalmente una casa ‘salubre’ non è più un lusso irraggiungibile per i lavoratori! Agli 89 membri iniziali della cooperativa si sono aggiunti altri soci: artigiani, manovali, impiegati, professori…. qui tutti possono trovare un’abitazione e tutti i servizi necessari per le loro famiglie.
Un luogo ancora oggi incantevole
E oggi? Questo piccolo quartiere è un incanto. Tranquillo, ordinato, quasi fuori dal tempo. Tutta fortuna? No, la cooperativa originaria ha avuto grande peso sulla manutenzione e sull’estetica del luogo, fissando regole precise di estetica e ‘buon vicinato’. L’instabilità del sottosuolo (ricordatevi della cava), ha fatto il resto: le case non possono avere più di due piani per non rischiare cedimenti strutturali. Ormai, dal 1993, la Campagne à Paris è parte integrante della città di Parigi e della sua origine si ricordano solo gli appassionati di storia.
Queste deliziose casette sono diventate costoso oggetto del desiderio e non più abitazioni popolari. Purtroppo. Questo, però, non ha tolto loro fascino. Se decideste di venire a vedere con i vostri occhi questo angolo di città, per favore, siate rispettosi e discreti. Rispettate il silenzio e la privacy degli abitanti. Sono sicura che, in tal caso, sarete ben accolti come lo siamo state noi.