Siete a Barcellona, state visitando il Paseo de Gracia e, ad un certo punto, avvertite un languorino? Ho il consiglio giusto per voi: Charrito!
Diciamo la verità: andare per musei e monumenti è un’attività fantastica, ma qualche volte risulta essere piuttosto stancante. Soprattutto quando ci si trova in località che hanno tantissimo da offrire, ma che, spesso, sono meta prediletta per un week-end fuori porta. Barcellona ne è l’esempio perfetto: poco tempo a disposizione (in una città del genere il tempo non basta mai!) e la voglia di visitare il più possibile. Non sono una fan della bulimia del turismo, ma mi rendo conto che, spesso, si debba fare di necessità virtù. A patto che non ci si dimentichi di prendersi delle pause, non solo per riposare, ma anche per assaporare veramente il luogo in cui ci si trova.
Tutto ciò per dire che, lo capisco bene, se siete nel capoluogo catalano e la vostra Lonely Planet vi raccomanda di non perdere il Paseo de Gracia, non potrete ignorare i più straordinari esempi del Modernismo. Casa Milà, Casa Battlò, Casa Amatller, i meravigliosi arredi urbani… credo che, ad un certo punto, a furia di di farsi rapire da cotanta bellezza e scattare foto e selfie, vi verrà fame. E, a questo punto, un consiglio ce l’avrei…
Per prima cosa, fate la cosa fondamentale: girate l’angolo. Il Paseo è una delle strade più belle d’Europa, probabilmente del mondo. E, come tante colleghe, soffre del tragico problema dell’overtourism con il corollario dei negozi tutti uguali e delle catene di fast-food. Quindi, per favore, girate l’angolo, ché a pochi metri potreste trovare qualche scorcio della Barcellona come io l’ho conosciuta 20 anni fa.
Il mio indirizzo del cuore è: Carrer de la Diputació, 233. Da fuori il locale non sembra un granché, ma se i piedi cominciano a dolervi o se la sete sta diventando insopportabile potreste dargli una possibilità. Perché Charrito è il classico posto che, una volta trovato, non si lascia più. Spartano è spartano, senza dubbio. Ma ci sono alcuni dettagli che, sin da subito, devono farvi ben sperare.
Innanzitutto, guardate gli avventori (senza fissarli, per favore!). Troverete abitanti di Barcellona e diversi habitué. Poi date un occhio al menu: ovviamente non manca la paella, ma ci sono proposte variegate, alcune tipicamente catalane, altre più internazionali. E, dettaglio non da poco, potrete optare per un semplice spuntino così come per un pasto più sostanzioso. E, se state leggendo il menu, date un’occhiata ai prezzi: Charrito non ha i prezzi della mensa popolare, ma rispetto al Paseo de Gracia, è piuttosto economico. Soprattutto nella considerazione che le pietanze sono fresche e cucinate al momento (ché dietro l’angolo è un florilegio di paella surgelate).
E ora parliamo del cibo. A cena, ho provato il bacalao a la llauna e l’ho trovato squisito. Si tratta di baccalà in umido, prima passato in padella e poi cotto al forno, condito con una salsa a base di vino bianco, prezzemolo e pimenton de la vera (cioè paprika affumicata). Chi era con me non ce l’ha fatta a non assaggiare la paella de mariscos (ovvero di pesce) e l’ha trovata ben fatta.
Ragione per cui, il giorno dopo, a pranzo ci siamo ripresentati (complice il fatto che il nostro hotel era proprio a due passi). E così non abbiamo saputo resistere al fascino delle tapas, che, accompagnate da un calice di vino, non ci hanno deluso. Non pensiate che siamo stati golosi: in realtà, è stato un modo per assaggiare diverse specialità del menu, dalle crocchette ai carciofi alle seppioline, senza doverci abbuffare. A proposito: da non perdere la crema catalana, fatta davvero come si deve.
Il conto, come vi dicevo, è più che ragionevole. Il personale è di quelli abituati a lavorare bene e in fretta. Una battuta, un sorriso, insomma i modi di un luogo semplice e senza fronzoli. Se decidete di accomodarvi all’esterno, vi verrà chiesto un piccolo sovrapprezzo (indicato sul menu, accanto a ogni portata, accanto alla lettera T, alias terraza). Però, ascoltate il mio consiglio: è nella sala interna di Charrito che si respira il clima di un tempo: cordialità, buona cucina e un momento di vero relax.